venerdì 19 novembre 2010

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Lanciata il 18 novembre 2010

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giovedì 11 novembre 2010

IL FEGATO CHE VIENE DAL CUORE Intervista a Giampiero Maccioni*



Dalla “La salute del tuo fegato” – Salvatore Ricca Rosellini - Sugarco Edizioni MI

L’esperienza di chi ha subito un Trapianto é unica e può far nascere una gran voglia di aiutare gli altri. Giampiero Maccioni* e un esempio di questo: il suo impegno nel volontariato e i suoi scritti lo testimoniano.

* * *

Maccioni, com’é nato questo suo interesse per il mondo del volontariato e per il trapianto?

La partecipazione, la solidarietà, il servizio volontario nascono e si consolidano alla scuola dei cattolici democratici: fin dalla fanciullezza nella GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) con Carlo Carretto e Arturo Paoli, si consolida la vocazione con i grandi macstri Bachelet e Moro e si concretizzano con le scelte consapevoli e mature alla scuola di Luciano Tavazza, Tonino Bello e altri. Prima di arrivare (dopo il trapianto di cuore nel 1996) al volontariato per la donazione e il trapianto, milito nel sindacato, nella politica, nelle comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti con don Antonio Mazzi.

L’esperienza della malattia, vissuta anche drammaticamente, é stata cruciale. Creare un’associazione non é semplice. Come avete fatto?

Io credo nella Provvidenza che mi ha chiamato attraverso il mio cardiochirurgo Alessandro Ricchi (tragicamente scomparso con la sua équipe mentre portava un cuore da Roma per un trapianto a Cagliari) a creare, due anni dopo il trapianto, dietro suo invito e incoraggiamento, l’Associazione Vita Nuova. Abbiamo scelto la strada popolare raccogliendo circa 15mila firme sulla proposta e sui programmi dell’associazione.

L'inizio delle attività dell‘Associazione Vita Nuova sarà stato difficile, immagino. Quali sono state Ie prime iniziative?

L’Associazione <> nasce ufficialmente nel dicembre del 1998 a Cagliari, ma le sue origini e la sua attività risalgono a prima, quando si costituisce il Comitato di sostegno dell’attività di donazione e trapianto di organi in Sardegna. Il comitato, costituito da pazienti trapiantati, in attesa di trapianto e dai loro familiari, é stato ispirato, sostenuto e incoraggiato dagli operatori sanitari del trapianto, operanti nell’Ospedale Brotzu. Nel 1998 realizzammo una manifestazione e un pubblico dibattito presso l’Ospedale Brotzu. ll comitato attua con determinazione un’azione di pressione, di confronto e di proposta rivolta in particolare all`Assessorato Regionale della Sanità che, il 30 giugno, decreta la costituzione del Comitato di gestione Centro Regionale di riferimento dei trapianti d ’organo (inattivo da oltre dieci anni). II 7 luglio 1998 é siglato un accordo per Ia costituzione del Comitato di coordinamento interregionale dei trapianti d’organo tra le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Molise, Umbria e Sardegna. Il 3 aprile 1999 è costituito il Comitato promotore regionale per le attività di donazione e trapianto. L`organismo, presieduto dall’Assessore alla Sanità, comprende, assieme alle altre associazioni del settore, anche la nostra Associazione <>.

A sostegno dei trapianti, nasce il progetto per l’istituzione del Servizio psicopedagogico a sostegno dei trapianti d’organo Regione Sardegna.Il progetto è nato nel 1999, dai colloqui con i soci dell’Associazione "Vita Nuova", ascoltando le loro esperienze e raccogliendo le loro proposte.

Ogni volta che parla di donazione e trapianto le tornerà in mente la sua vicenda. Perché ha desiderato conoscere la famiglia del donatore?

Più che un desiderio è stato uno scrupolo di coscienza a costringermi a scoprire la famiglia di Roberto, il giovane donatore di diciannove anni, sardo come me, della cittadina di Lanusei, nella regione montuosa dell’Ogliastra. Avevo partecipato al dolore di due genitori che avevano donato gli organi del proprio figlio, deceduto a seguito di una tragedia familiare : il suocero prima di suicidarsi aveva ucciso la propria figlia e il giovane genero. Il dolore della tragedia si era unito a quello di non poter sapere a chi era stato trapiantato il cuore del giovane figlio: il desiderio si era tramutato in ansia diventata gioia il giorno dell’anniversario della morte, quando arrivarono una lettera di ringraziamento e un mazzo di fiori del paziente che aveva ricevuto il cuore. Il pensiero che questo fosse potuto avvenire anche nel mio caso mi tormentò per diversi mesi finché presi la decisione di conoscere la famiglia, con lunghe e attente mediazioni locali.

Lo sa che la normativa vigente tende a scoraggiare questi incontri?

E una normativa che condivido in pieno perché oltre le motivazioni di carattere generale che hanno spinto il legislatore, l’esperienza vissuta, in diversi casi analoghi, mi convince dei pericoli reali che esistono laddove con troppa leggerezza si arriva all’incontro con gravi ripercussioni di carattere psicologico fino a rasentare limiti d’inconsce dipendenze reciproche.

Sulla sua storia ha scritto, addirittura, un libro. Quando gira I’talia per presentarlo il contatto con la gente é positivo?

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Dopo Iglesias, Cagliari, Sassari, Lanusei, Torino, Udine, Trieste. Asti, Lamezia Terme, prosegue in tutta Italia la presentazione del libro che diventa 10 spunto per una discussione sul grande tema della cultura della donazione e del trapianto di organi. L’iniziativa di promozione é stata organizzata dall’associazione in collaborazione con le istituzioni sanitarie delle varie regioni, le associazioni di volontariato e quelle dei circoli dei sardi emigrati nella penisola.

Pur essendo trapiantato di cuore, ha contribuito alla nascita e alla conduzione della Federazione Liver-Pool. Perché questa esperienza?

Sin dalla fondazione dell’Associazione ho sempre concepito il ruolo del volontariato nell’intero campo della donazione e del trapianto di tutti gli organi e sono sfuggito alla facile tentazione di creare associazioni legate al fatto personale dell’organo trapiantato.

lnfatti, spesso le associazioni diventano luoghi <<>

In futuro cosa pensa di fare per chi é in attesa di un trapianto?

Continuare a..<<> per la strada iniziata dieci anni orsono nella realizzazione di progetti e iniziative che diano speranza e sostegno a chi attende: impedendo ai malati di morire ogni giorno per mancanza di un organo.

Qual é il sogno segreto di Giampiero Maccioni?

Quello del canto francescano di Ogni uomo semplice. (Canzone di San Damiano)

Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno,

con amore ed umiltà potra’ costruirlo.

Se con fede tu saprai vivere umilmente

piu’ felice tu sarai anche senza niente.

Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore

una pietra dopo l’altra in alto arriverai.

Nella vita semplice troverai la strada

che la calma donerà al tuo cuore puro.

E le gioie semplici sono le piu’ belle.

Sono quelle che alla fine sono le piu’ grandi.

Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore

una pietra dopo l’altra in alto arriverai.


* Giampiero Maccioni è nato nel 1942 in Sardegna, a Iglesias ((Cagliari), dove vive. Sposato, padre di tre figlie e con quattro nipoti. Trapiantato di cuore dal 1996 è presidente dell’Associazione Sarda Trapianti Vita Nuova Onlus» intitolata allo scomparso cardiochirurgo dott. Alessandro Ricchi, ispiratore e animatore della stessa. E’ stato socio fondatore e primo segretario nazionale (2003-2006) della Federazione nazionale Liver-Pool. E’ sempre stato impegnato nel sociale e nel volontariato socio-sanitario, dai tossicodipendenti (Comunità Exodus-Emmaus — Segretario Coordinamento Regionale Comunità Terapeutiche) ai sofferenti mentali. Ufficiale in Congedo dell‘Esercito Italiano è presidente della sezione UNUCI (Unione Nazionale degli Ufficiali in congedo d’Italia ) di Iglesias. Ha promosso, fra l`altro una campagna di sensibilizzazione e di promozione tra gli iscritti. “DIFENDI LA PATRIA DAI VALORE ALLA VITA”

Ha pubblicato un Iibro autobiografico: “vi darò un cuore nuovo”(Aisara, 2008).